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Editoriale #3: lezioni perdute
In questa epoca di cambiamenti forzati dalla crisi sanitaria, dobbiamo ripensare l’istruzione. Vogliamo farlo proponendo articoli che vediamo come lezioni essenziali per costruire la scuola e l’università che potranno avvicinare al presente la società in cui vorremmo vivere.
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Secondo Benjamin Franklin una società non nasce per garantire sicurezza o benessere economico ai propri membri, ma per condividere i saperi. Da poliedrico inventore, era ben consapevole che scuola e università rappresentano il più potente strumento di cambiamento sociale. Decidere su istruzione e ricerca, infatti, non significa pensare a come inserire una generazione nel mercato del lavoro, ma vuol dire offrire attrezzi per interpretare il mondo e disegnare il futuro della comunità che abitiamo. I sistemi formativi nascono per questo motivo, per indicare la direzione di un cammino collettivo. È questa la più grande tra le Lezioni perdute che dovremmo recuperare.
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Oggi, in Italia, l’istruzione è stata svuotata del suo valore sociale, in favore di un appiattimento alle dinamiche del capitalismo. Di recente abbiamo assistito a un dibattito pubblico sul caos in cui è finito il mondo dell’insegnamento, ma parlare di banchi è poco ambizioso per i nostri gusti. In questa epoca di cambiamenti forzati dalla crisi sanitaria, è necessario ripensare le fondamenta dell’istruzione, e vogliamo farlo proponendo articoli e racconti che vediamo come lezioni essenziali per costruire la scuola e l’università che potranno avvicinare al presente la società in cui vorremmo vivere.
Si va in Africa per la prima lezione, che è tenuta dal prof. Franklin Obeng-Odoom. In Atena nera: razzismo in accademia viene denunciato l’apartheid intellettuale che esclude le persone nere dall’insegnamento universitario, dalle direzioni editoriali delle riviste accademiche e dall’indicizzazione della ricerca scientifica. Nei rari casi in cui africane e africani partecipano a progetti di ricerca occidentali, viene sfruttato e razzializzato il loro lavoro intellettuale.
La seconda ora di lezione si apre con i ricordi di una militante del movimento studentesco dell’Onda. In Burger King University Eleonora Priori traccia il drammatico declino dell’alta formazione italiana verso la privatizzazione e la depoliticizzazione, tra università-aziende, studenti trattati come consumatori e ricercatrici condannate a precarietà e burnout. La didattica a distanza imposta dalla pandemia intensificherà questo processo?
Si parla di Sesso imperfetto nell’ora di educazione sessuale con Robin Wilson-Beattie. Grazie alla sua esperienza di donna nera con disabilità, ci spiega perché è essenziale un’educazione sessuale intersezionale e inclusiva. Il sesso è fantastico, ma legarlo al mito della perfezione fisica alimenta relazioni tossiche e mina l’autostima di ogni persona.
Nel Primo giorno di una nuova scuola, l’artista e designer Salvatore Iaconesi descrive la scuola del futuro, partendo dalle tappe storiche che hanno portato al sistema scolastico individualista e competitivo di oggi: una scuola che insegna a stare soli.
Nell’ora di game design, in Gamificando non si impara, Matteo Lupetti osserva come la gamification dell’istruzione catturi l’attenzione degli alunni per aumentarne produttività e disciplina con ricompense, programmi divisi per ‹livelli› e competizione tra ‹gilde› di studenti. Ma questi non sono elementi essenziali del gioco, bensì del capitalismo.
Per la lezione di Zheng Ningyuan andiamo in Cina. L’istruzione artistica cinese viene raccontata a partire dal Gaokao, l’esame di ammissione all’università dal quale dipende il futuro di 10 milioni di studenti ogni anno. Un viaggio nel mondo dell’arte made in china, tra musei senza collezioni, riconversioni di distretti industriali in quartieri artistici e movimenti che hanno perso il loro ruolo politico.
L’ora dei Percorsi precari, di Marcello Torre, si concentra sul (dis)orientamento scolastico. È una lezione di vita, quella della generazione dei ventenni e trentenni, che tra FOMO e paure insegue i propri sogni frequentando percorsi universitari incerti e aspirando a una continua realizzazione nel lavoro, mentre fugge dalla precarietà della gig economy.
La lezione più rara in Italia, ma imprescindibile per confrontarci con il nostro passato e presente coloniale, è quella di Robbie Shilliam (Black/Academia). Questo saggio, che apre la sezione Sguardo internazionale, è stato pubblicato da Pluto Press in Decolonising the University, libro di importanza capitale che ispira i movimenti per decolonizzare le università in UK. È un invito a costruire una nuova era per l’istruzione e a estirpare il pensiero coloniale dalle università.
Il collettivo Kale Amenge tiene una lezione di storia. A scuola ci insegnano che il primo Genocidio Antigitano è avvenuto per opera dei nazisti, ma ben prima, in Spagna, la Grande Retata ha dato il via alla persecuzione del popolo roma. Includere questi eventi nei programmi scolastici è un dovere di ogni insegnante.
La sezione culturale, Artivist, ospita le artiste Ana Gallardo e Nina Fiocco, le consuete recensioni di libri, musica e videogame, e l’ultimo episodio del racconto di Simone Marcelli Pitzalis, che chiude il primo anno di menelique.
Siamo felici di aver pubblicato in questo numero altri quattro racconti, scritti da autrici e autori africani: Masande Ntshanga, Mali Kambandu, Rémy Ngamije e Mubanga Kalimamukwento. Queste quattro lezioni africane mettono in scena i sogni di due insegnanti sudafricani perduti tra corruzione e depressione (Teachers), la marginalizzazione delle donne nere nella ricerca (Sequenze di una ribellione), l’eterna speranza in un miglioramento delle condizioni economiche (Un uomo sfortunato) e la colonizzazione linguistica dell’inglese sulla lingua Bemba nel sistema scolastico dello Zambia (Speaking English).
Oltre la carta, le lezioni di questo numero viaggeranno online, con gli articoli di Matteo Cresti e Ruggero Freddi, che parleranno di accademia e comunità LGBT; di Giusi Palomba, sul femminismo anticarcerario e sull’esperienza di un collettivo che ha dovuto gestire un caso di stupro; di Vera Tripodi, sulla sottorappresentazione delle donne nella filosofia; di Alessandro Tartaglia e Daniele Gambetta, sulla digitalizzazione della scuola e sull’open source; di Andrés Cáceres, sul sistema universitario sudamericano; e di Donna Nevel, sulla pedagogia radicale.
In fondo, recuperando queste lezioni perdute nel vuoto del dibattito pubblico italiano, vogliamo provare a darti un appiglio, come il logo a cui si regge la persona nella copertina di questo numero.
Indice:
Editoriale. Lezioni perdute.
di Giovanni Tateo
Atena nera: razzismo in accademia
di Franklin Obeng-Odoom
Burger King University
di Eleonora Priori
Sesso imperfetto
di Robin Wilson-Beattie
Un uomo sfortunato
di Rémy Ngamije
Speaking English
di Mubanga Kalimamukwento
Il primo giorno di una nuova scuola
di Salvatore Iaconesi
Teachers
di Masande Ntshanga
Sequenze di una ribellione
di Mali Kambandu
Gamificando non si impara
di Matteo Lupetti
Gaokao
di Zheng Ningyuan
Percorsi precari
di Marcello Torre
Decolonizzare l’università
di Robbie Shilliam
Genocidio antigitano
di Kale Amenge
Conversazione con Ana Gallardo e Nina Fiocco
di Giovanna Maroccolo
Kulture Room
di Marianna Rossi Daniele Ferriero Marco Petrelli Danilo K. Kaddouri
Il precedente impiegato polivalente, M.
di Simone Marcelli Pitzalis
Indice Episodi online (disponibili su menelique.com):
Numero primo: Ruggero Freddi
di Matteo Cresti
Genere e accademia
di Vera Tripodi
Università Sudamerica
di Andrés Cáceres
Femminismo anticarcerario. Amicizia, stupro, comunità.
di Giusi Palomba
L’ora di Open source
di Daniele Gambetta e Alessandro Tartaglia
Pedagogia radicale
di Donna Nevel