NET04 SUD, #8 / E01

EDITORIALE #8, SUD

‹Sud›, menelique magazine #8, autunno/inverno 2022. Il numero di menelique sui Sud, d'Italia e del mondo.

EDITORIALE #8, SUD

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Il prossimo numero di menelique sarà la nostra decima pubblicazione, dopo la quale ci prenderemo una pausa per ristrutturare il progetto. In questi anni di attività editoriale stiamo cercando di affrontare temi complessi in modo accessibile, non dimenticando di provare a raggiungere una sostenibilità economica che possa garantire qualità e solidità alla rivista, così come retribuzioni per autorə e illustratorə. Fino a oggi è andata meglio di quello che potessimo sperare all’inizio di questo percorso: riconoscimento, affetto, sostegno morale e economico da una comunità editoriale che ci ha permesso di aumentare costantemente la tiratura, pur continuando a sperimentare. Aumentando la tiratura sono però aumentate anche le ore di lavoro su base volontaria richieste al collettivo. Ora sentiamo (e sento personalmente) il bisogno di fermarci. Questa rivista rappresenta il modo più vivo di manifestare la mia esistenza sociale e politica nel mondo, e credo che questo spirito sia condiviso anche dalle tante persone che hanno fatto menelique assieme a me in questi anni. Ma affinché questo magazine non resti solo uno dei tanti e belli esperimenti dell’editoria indipendente, bisognerà provare a ampliarne l’azione, uscendo dal perimetro del volontariato e cercando di fondare una casa editrice. In fondo il progetto è nato proprio per questo: pubblicare un cartaceo come forma di amore per l’editoria periodica (e verso la militanza politica) e sperare che possa diventare un lavoro a tempo pieno. Non sarà semplice, al contrario le probabilità di riuscirci sono poche, perché esperienza, idee e buona volontà non bastano, serve anche denaro, ma in ogni caso sono sicuro che varrà la pena provarci. Dopo il #09, quindi, ci saluteremo, sperando di rivederci presto. 

Illustrazione di Carol Rollo

Consapevole di questo, ho insistito affinché il numero 08 riguardasse i Sud, d’Italia e del mondo, e potesse riflettere sia sul potenziale rivoluzionario del concetto di Sud, sia su una forma contemporanea di meridionalismo che non guardi solo all’origine della nostra subordinazione terrona e che non cerchi la restaurazione di un passato idealizzato, quanto piuttosto stimoli la ricerca di intersezioni con altre lotte politiche contemporanee. 

Illustrazione di Erica Borgato

Illustrazione di Federico Manzone

Non c’è una persona meridionale nel nostro collettivo (me compreso) che non abbia ritrovato la propria esperienza di migrante al nord nelle parole di Claudia Minchilli, che con Io non parlo meridionale apre questo numero. Minchilli riflette sulla diaspora del Sud Italia, sui meccanismi di adattamento e mimetizzazione del proprio accento quando ci si trasferisce al nord, e su come la ‹lingua meridionale› possa diventare strumento di esclusione anche tra meridionali. 

Davide Curcuruto accetta la sfida di cercare l’elemento comune a lotte queer e meridionalismo. È la marginalità a suo parere il comune denominatore, così come lo è la rivolta contro il Padre, cioè contro la cultura patriarcale, da una parte, e la patria e il nazionalismo, dall’altra.

Per quanto riguarda l’articolo a mia firma, ho voluto mettere in discussione quella che sembra l’unica possibilità per il Sud di avere un futuro: una serie pluriennale di investimenti simile a quella del Solidarpakt, il Patto di solidarietà tedesco che ha permesso la ‹ricostruzione› dell’Est della Germania dopo la caduta del Muro. Un Südpakt nasconderebbe la settentrionalizzazione del Mezzogiorno, quindi anziché auspicare interventi dall’alto che impedirebbero la nostra autodeterminazione, dovremmo lavorare per un meridionalismo che nasca dalla costruzione di comunità dal basso, come quella che a Riace aveva preso vita grazie all’operato creativo e tenace di Mimmo Lucano. 

Illustrazione di Gianluca Chiavassa

Illustrazione di Edoardo Marconi

Morire a Sud, di Irene Costantino, denuncia il diritto alla salute negato in Calabria. La malasanità nel Meridione sembra essere colpa di mafie e sprechi, ma in realtà un servizio sanitario inefficiente risponde agli interessi della sanità privata e degli ospedali del nord.

In Gente di giù Giuseppe Luca Scaffidi riporta gli stereotipi passati e presenti sulle persone meridionali: nullafacente, parassita, sdraiato, senza talento, violento e arretrato. Il Meridione soffre storicamente una rappresentazione degradante che continua oggi a umiliare milioni di persone.

Illustrazione di Erica Borgato

Illustrazione di Gianluca Chiavassa

Alla luce del nostro percorso editoriale, abbiamo letto con interesse l’articolo di Tamu, la libreria e casa editrice campana che in Leggo Napoli racconta il proprio percorso e descrive il sistema editoriale iniquo di un’Italia in cui leggere è diventato un privilegio.

Di antispecismo e Meridione hanno scritto, in Cani tra due fuochi, lə attivistə di Troglodita Tribe, che vivono da anni in Sicilia per studiare i cani liberi, cioè quelli che chiamiamo randagi e che cerchiamo di salvare organizzando staffette improvvisate da Sud a nord che a volte somigliano a deportazioni. 

Illustrazione di Kevin Niggeler

Illustrazione di Edoardo Marconi

In Fiori nel deserto, un pezzo a metà tra saggio e reportage, il Collettivo Epidemia discute di desertificazione, che sembra un pericolo concreto a Sud, ma che spesso viene usata come spauracchio per lasciare in mano le decisioni sui territori a chi vuole continuare a guadagnare con lo sfruttamento capitalistico della terra. 

Sull’ambiente, ma anche sul lavoro e sulla costruzione di comunità, ha deciso di riflettere il poeta Stefano Modeo, analizzando il passato e il presente della sua Taranto allo scopo di proporre un modo di Pensare il Sud che possa emanciparsi dall’unica via proposta dalla modernità tardocapitalista. Forse dovremmo prendere ispirazione dal ‹pensiero meridiano› di Franco Cassano.

Illustrazione di Carol Rollo

Illustrazione di Federico Manzone

La Sardegna è la terra di Omar Onnis e Benedetta Pintus. Con Il vostro paradiso è la nostra casa, Pintus denuncia la precarietà imposta dalla turistificazione, che prova a dominare l’isola ormai da decenni e che trasforma i territori per compiacere persone in cerca di svago per qualche settimana all’anno. Questo ‹essere a disposizione›, che accomuna la Sardegna con il Sud Italia, è criticato anche da Onnis: in Guerra vista mare viene riportata la storia dello sfruttamento delle aree militari nell’Isola, così come l’uso della popolazione sarda per l’arruolamento. 

Illustrazione di Davide Bart. Salvemini

Immagini dal videogioco ‹Neocolonialism› di Subaltern Games

Allontanandoci dalla prospettiva mediterranea, il Sud diventa globale. Da diverse parti del mondo ne scrivono l’accademica Anne Garland Mahler, lə criticə videoludicə Matteo Lupetti, l’avvocato Juan Auz e l’artista Daniela Ortiz. 

Mahler descrive i vari modi con cui si è usata nel tempo la locuzione ‹Sud globale›, per arrivare a sostenere un uso che sia svincolato da coordinate geografiche e che possa denunciare le subordinazioni del capitalismo razziale anche in alcune aree nei nord del pianeta.

Matteo Lupetti ci ricorda come la relazione nord-Sud sia spesso presente nel gaming, sia a causa di rappresentazioni stereotipate, sia nelle economie virtuali che si sviluppano in ambito videoludico.

Fotografia di Neil Palmer

Daniela Ortiz, ‹Monumentos Anticoloniales›, ceramica dipinta, 2018

La sezione Sguardo internazionale ospita la traduzione di un articolo pubblicato dalla divisione colombiana della Fondazione Heinrich Böll Stiftung. L’autore, Juan Auz, descrive lo sviluppo della giurisprudenza nazionale e internazionale per affrontare le cause di risarcimento dei danni subiti dallə contadinə a causa del cambiamento climatico. In queste cause i danni vengono chiesti a paesi che hanno contribuito in minima parte all’inquinamento, quindi secondo Auz sarebbe più corretto coinvolgere in questi processi i paesi più industrializzati e stimolare la cooperazione internazionale.

Nella sezione Artivist, la curatrice Giovanna Maroccolo conversa con l’artista peruviana Daniela Ortiz. Nel suo percorso artistico troviamo diversi elementi che criticano la storia coloniale dell’occidente verso il Sud America.

La sezione dedicata alla fiction, stampata su carta colorata, in questo numero ospita due racconti scritti da Alessandro Milone (La cattura) e Claudia D’Angelo (Mancato ritorno), mentre la sezione culturale, K:Room, accoglie come al solito consigli di lettura su saggistica e narrativa, così come suggerimenti per serie tv e opere musicali a tema Sud. 

In chiusura abbiamo scelto di proporre un confronto tra Elena Militello e Gadifa Akremi sul South Working, vale a dire quel fenomeno che ha permesso a diverse persone meridionali di tornare a vivere a Sud durante la crisi pandemica, mantenendo il proprio lavoro a nord. È una soluzione per lo spopolamento del Meridione?

Indice:

Editoriale
di Giovanni Tateo
Io non parlo meridionale
di Claudia Minchilli
Queer meridionalismo
di Davide Curcuruto
Südpakt
di Giovanni Tateo
Morire a Sud
di Irene Costantino
Gente di giù
di Giuseppe Luca Scaffidi
Leggo Napoli
di Tamu
Cani tra due fuochi
di Troglodita Tribe
Idee di Sud
di Pigia giù!
La cattura (Fiction)
di Alessandro Milone
Mancato ritorno (fiction)
di Claudia D'Angelo
Il vostro paradiso è la nostra casa
di Benedetta Pintus
Pensare il Sud
di Stefano Modeo
Guerra vista mare
di Omar Onnis
Fiori nel deserto
di Collettivo Epidemia
Un dilemma sul clima
di Juan Auz
South Working
di Elena Militello e Gadifa Akremi
Daniela Ortiz
di Giovanna Maroccolo
Kulture Room
di Daniele Ferriero
Marco Petrelli 
Giuseppe Luca Scaffidi
Danilo K. Kaddouri 
Marcello Torre

Indice Episodi online (su menelique.com nelle prossime settimane):

 Scrivere al neon
di Gisella Modica
 Provinciale
di Giusi Palomba

Immagini di:

  • Carol Rollo
  • Federico Manzone
  • Kevin Niggeler
  • Davide Bart. Salvemini
  • Erica Borgato
  • Gianluca Chiavassa
  • Edoardo Marconi
  • Neil Palmer
  • Sebastiano La Monaca