Editoriale #7: SPORT
Il numero di menelique su sport e corporeità. ‹Sport›, menelique magazine #7, inverno/primavera 2022
☝️ Scarica il PDF con le prime pagine del numero
👉 Diventa complice di menelique
👇 Vai giù per leggere l’editoriale
Basket, nuoto, skateboard, wrestling, yoga, roller derby, calcio, taekwondo, bodybuilding, corsa, futsal, pelota vasca, pelota maya, boxe e sa murra sono alcuni degli sport che approfondiremo nelle prossime 144 pagine e negli ‹episodi online› che pubblicheremo su menelique.com nelle settimane successive all’uscita di questo settimo numero.
A pensarci bene, molte di queste discipline non sono sport: il wrestling è uno spettacolo acrobatico che nasce in ambito circense, il bodybuilding è un’esibizione muscolare che segue a uno stile di vita rigoroso, il taekwondo è un’arte marziale millenaria, lo yoga una pratica meditativa e la morra sarda un gioco popolare. È complicato definire che cosa è uno sport e che cosa non lo è, soprattutto se dubitiamo del necessario coinvolgimento della competizione, della dipendenza da istituzioni che ne definiscono le regole, o addirittura della centralità dell’attività motoria (gli sport digitali sono sport?). Ma se è complesso capire che cos’è uno sport, è facile notare il carattere peculiare dell’editoria sportiva: l’individuo e la sua esaltazione. Anche (soprattutto!) quando si ha a che fare con sport di squadra.
Fai un test: prendi un qualsiasi quotidiano o settimanale sportivo e guarda i titoli, sfoglia quell’indice o leggi qualche occhiello e le prime parole dell’attacco di un articolo scelto a caso. Nove pezzi su dieci riguardano un campione e le sue imprese sportive, oppure un allenatore di successo e la sua strategia, o magari un manager e il suo potere. Visto che l’editoria sportiva, oltre a essere una cosa da uomini, è più individualista di un elenco telefonico, abbiamo deciso di seguire una linea editoriale che potesse allontanarsi da queste coordinate, concentrandoci sugli elementi sociali, politici e culturali che riguardano diverse discipline, così come su sport poco conosciuti in Italia, o sulle corporeità coinvolte nel mondo sportivo e sulle loro rappresentazioni.
Divine Van De Kamp apre questo primo numero del terzo anno di menelique raccontando una pratica che per lei è un gesto critico che porta all’accettazione del proprio corpo: l’Ashtanga yoga. Non dire hobby è una denuncia della performatività con cui viene praticato lo yoga in occidente. Al contrario lo yoga è un mezzo per riequilibrare le disarmonie e le ingiustizie sociali tramite l’ascolto della propria rabbia e il suo controllo.
Con Il tuo destino? Kayfabe o morte, Matteo Pascoletti ci porta dietro le quinte del wrestling. Jim Wilson è il primo wrestler a denunciare lo sfruttamento economico, fisico, psicologico e, a volte, sessuale su cui si è fondato questo spettacolo sin dalla sua nascita, abbattendo la finzione sulla quale si basa il wrestling (in gergo, la kayfabe) e provando a fondare il primo sindacato di questo ambiente ostile.
Andrea Cassini ci porta a vivere quella manciata di ore in cui la generazione cestistica più forte di sempre dovette rinunciare a giocare nella stessa squadra. Tre giorni prima della semifinale degli Europei 1991, la Slovenia dichiara l’indipendenza e l’esercito attacca Ljubljana. Il campione di basket Juri Zdovc riceve un fax dal ministero e lascia subito la squadra jusoglava. Il Balkan Dream Team non esiste più.
Provando qualche trick sulle Tavole ribelli, ci chiediamo come sia possibile che la sottocultura dello skateboard, piena di stereotipi maschili e bianchi, possa impegnarsi nel più dirompente movimento antirazzista di oggi. Flavio Pintarelli discute il recente coinvolgimento dellə skater nelle proteste del Black Lives Matter, ma anche il loro conflitto contro le autorità e contro i tentativi di trasformare lo skateboarding in un prodotto di consumo.
Olatz González Abrisketa sceglie di ripercorrere la storia della pelota vasca, sport che conquista tutta l’Europa medievale per poi perdere terreno nei secoli successivi. La sua analisi antinazionalista e femminista ci fa capire come il popolo basco abbia sfruttato la figura del plaza-gizon, il campione di pelota, per fondare il proprio sciovinismo. In questa cornice le donne sono ridotte a riproduttrici che permettono la nascita dei Corpi della nazione.
Anche Omar Onnis punta su un gioco antico: Sa murra. Nella morra sarda due contendenti mostrano dei numeri con la mano e provano a indovinare la somma del proprio numero e di quello dell’opponente. In fondo è un dissing popolare osteggiato dal potere per il suo carattere esteriormente aggressivo.
Mahfoud Amara ci porta nella regione del MENA, per mostrarci come lo sport, in Medioriente e Nordafrica, da mezzo di sfruttamento coloniale sia diventato un’arma per l’indipendenza. Oggi, però, in questi luoghi soprattutto il calcio è al centro del consumismo sportivo e viene considerato un importante fattore geopolitico.
Una pratica che spesso accompagna le attività sportive è il doping, che subisce una demonizzazione forse troppo superficiale: e se invece potesse emanciparci dalle disuguaglianze fisiche, mentali, sociali e economiche presenti nei vari sport? In fondo, se sosteniamo la libertà di scelta di ogni individuo, dovremmo liberalizzarne l’uso, sosiente Sergio Dibacco in Stigma doping, dinfendendone l’uso in prospettiva transumanista.
L’ultimo articolo di questa prima parte ci pone una domanda: il futuro dello sport sarà il videogioco competitivo, cioè l’Esport? La sua equiparazione agli sport tradizionali è molto dibattuta, ma per Matteo Lupetti l’esport è prima di tutto un prodotto commerciale e uno strumento di marketing. È arrivata l’ora di appropriarcene.
Questa prima parte, FICTION NON FICTION, viene chiusa da tre racconti scritti da Paola Moretti (Branchie, sul nuoto), da Yasmin Toledo Milani (Sogno dall’altra parte del mondo, a tema futsal, cioè come il resto del mondo chiama il calcio a 5) e da Eugenio Giannetta (Una corsa); mentre quella successiva, ALTRI CORPI, inaugura una nuova sezione di approfondimento tematico.
In questo numero è composta da quattro articoli: in Bodybuilding, da alfa a queer, Matteo Cresti descrive l’evoluzione storica di questa disciplina, che pur avendo origine in una critica alla negazione borghese della corporeità è stata assorbita dal consumismo, e discute le appropriazioni del bodybuilding da parte dell’Alt-right ma anche del mondo queer; Claudia Fauzia, con Le femmine non combattono, problematizza la genderizzazione negli sport a partire dalla sua esperienza personale con il taekwondo; Astha Madan Grover denuncia la transfobia, la misoginia e il razzismo che in occidente partecipano alla definizione dell’essere donna, e riflette su come questi elementi influenzano il dibattito per l’ammissione di atlete trans e intersessuali nelle competizioni femminili; Nicola Luigi Bragazzi e Manlio Converti con Intersex spiegano come, da una prospettiva medica, i livelli di testosterone offrono un criterio arbitrario per la categorizzazione di atletə intersessuali, e analizzano le varie proposte per garantire a questə atletə il diritto allo sport.
Infine, in SGUARDO INTERNAZIONALE abbiamo tradotto un articolo di Gabriel Kuhn sulla relazione tra sport e cultura punk, originariamente pubblicato su DIY Conspiracy e su PM Press, e in ARTIVIST abbiamo approfondito il ruolo del corpo nelle azioni dell’artista guatemalteca Regina José Galindo.
Come ogni anno, assieme alle nostre direttrici artistiche, la redazione ha lavorato a un redesign della rivista. Abbiamo cercato di dare più spazio alla saggistica, elevando il numero di articoli pubblicati, ma abbiamo provato anche a agevolare la leggibilità, cambiando carattere tipografico e aumentandone la dimensione nei testi. Infine abbiamo voluto facilitare la comprensione dei temi complessi che presentiamo, inserendo infografiche, glossari, vignette (del nostro Sebastiano La Monaca) e commenti ironici firmati dalla redazione. Ci sentiamo sostenutə da una comunità di lettorə che ci stimola a cambiare: una parte di questi mutamenti, infatti, è stata suggerita da chi ci legge, e di questo ne siamo profondamente gratə.
Indice:
Editoriale
di Giovanni Tateo
Non dire Hobby
di Divine Van De Kamp
Il tuo destino? Kayfabe o morte
di Matteo Pascoletti
Balkan Dream Team
di Andrea Cassini
Tavole ribelli
di Flavio Pintarelli
I corpi della nazione
di Olatz González Abrisketa
Sa murra
di Omar Onnis
MENA sport
di Mahfoud Amara
Stigma doping
di Sergio Dibacco
Esport?
di Matteo Lupetti
Branchie (fiction)
di Paola Moretti
Sogno dall’altra parte del mondo (fiction)
di Yasmin Toledo Milani
Una corsa (fiction)
di Eugenio Giannetta
Bodybuilding. Da alfa a queer
di Matteo Cresti
Le femmine non combattono
di Claudia Fauzia
Sport, razzismo e transfobia
di Astha Madan Grover
Intersex
di Nicola Luigi Bragazzi e Manlio Converti
Punk e sport (da DIY Conspiracy e PM PRESS)
di Gabriel Kuhn
Regina José Galindo
di Giovanna Maroccolo
Kulture Room
di Daniele Ferriero Marco Petrelli Martina Neglia Danilo K. Kaddouri Marcello Torre
Indice Episodi online (su menelique.com):
L’occasione del pugile (da The Baffler)
di Declan Ryan
La community del Roller Derby
di Elena Carraro, Teresa Carraro, Marta Gaboardi (Criminal Bullets ASD Roller Derby Padova)
Footballization
di Stefano Fogliata
Pelota Maya
di Rodrigo Garay Grimaldi
Immagini di: