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Editoriale #2: la città muta.
Turismo predatorio, archittetura ostile, gentrificazione, africapitalismo, municipalismo nero, sfratti, mercificazione del patrimonio culturale. Trasformiamo le città!
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Lei mi scruta come se avesse molti anni più di me, invece è una bambina. Con quegli occhi gialli guarda in basso, poi sputa, e dice: ‹Draci după voi›.
Sono a Bucarest, ma non conosco il rumeno. Vorrei guardare Clara, l’amica antropologa che mi sta mostrando la parte più decadente della città, in questa passeggiata lungo il ghetto di Ferentari. Voglio chiederle che cosa significhi quel draci-qualcosa, ma nessuno dei due ha il coraggio di parlare, né di puntare di nuovo l’obiettivo della nostra reflex sulla baracca in cui vive quella bimba. Non sapevo cosa avesse detto, ma sapevo di aver involontariamente esercitato una violenza su di lei.
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Ci allontaniamo, lenti, come se nulla fosse accaduto. La città, così caotica fino a quel momento, è muta. Clara, piano, traduce quelle parole: ‹i demoni vi inseguono›.
Da quel giorno, ormai molti anni fa, questa frase mi perseguita. Il mutismo delle città di tutto il mondo, vissuto durante l’isolamento causato dal coronavirus, è lo stesso di Bucarest in quell’istante. È il mutismo dovuto alle lacerazioni sociali, poco importa se causate da una pandemia o da trasformazioni urbane violente e da un turismo vorace che si nutre dei luoghi di chi, quelle città, le vive.
Ho iniziato a interrogarmi sul mio ruolo di turista, su cosa significasse questo per gli abitanti dei posti che visitavo. E ho scoperto che l’avidità con la quale cercavo di catturare con l’obiettivo fotografico la casa di quella bambina è la stessa che anima il cosiddetto Turismo esperienziale. Il primo demone che causa le mutazioni violente nelle città che viviamo è questo. Secondo Sarah Gainsforth, che apre il secondo numero di menelique magazine, nel turismo la ricerca spasmodica dell’autenticità, della purezza, della verità trasforma gli oggetti in esperienze, soprattutto quando parliamo di turismo del cibo. In Italia siamo alfieri di questa forma di viaggio del gusto: FICO, la ‹fabbrica contadina› nei pressi di Bologna, è l’emblema dell’ossessione per la food experience.
Il secondo demone è sfidato in Architettura ostile. Milano è smart o unpleasant? da Giuseppe Luca Scaffidi. Grazie a lui scopriamo chi è il nemico contro il quale lotta la città neoliberista, costruendo panchine prive di schienale, dissuasori in acciaio e blocchi in cemento negli spazi urbani che dovrebbero essere dedicati all’aggregazione sociale: il povero. (Questo articolo sarà disponibile da giugno in esclusiva online su Pandora Rivista).
Dei demoni della periferia di Gotham City Firenze, invece, parla l’Opificio Sociologico, rappresentato da Alessio di Marco, Costanza Gasparo e Tommaso Frangioni. Le Due gentrificazioni in atto in una delle capitali del turismo italiano soffocano senza scrupoli i residenti, riducendo gli spazi urbani a luoghi di consumo.
Clara De Rosa (sì, la Clara dei draci) e Leah Cheung, negli articoli della parte centrale della sezione FICTION-NON-FICTION, affrontano la mercificazione del religioso. La cattedrale più alta del mondo è quella che la Chiesa ortodossa rumena ha di recente eretto a Bucarest, proprio di fronte al parlamento, come dimostrazione muscolare in chiave anticomunista e nazionalista. Leah Cheung invece, in La Il capitale della cultura, descrive come Xi’an, da culla della cultura cinese, sia stata trasformata nella culla del capitalismo del patrimonio culturale. Oggi, per le strade di quello che era l’approdo della famosa Via della Seta camminano falsi monaci taoisti e buddisti, pagati per allietare i turisti, mentre antichi templi vengono quotati in borsa (questo articolo sarà disponibile dal 29 maggio in esclusiva online su Il Manifesto).
In Africapitalismo. Un demone dal volto umano, Temitope Fagunwa si concentra sulla realtà di Èkó (Lagos, Nigeria), la città in cui vive e milita come panafricanista socialista. Dopo aver interpretato l’‹africapitalismo› come riedizione fallimentare del ‹capitalismo nero› proposto da Nixon, analizza gli effetti che questo nuovo modello di sviluppo ha sulla sua città, vale a dire il costante sgombero di migliaia di persone per far posto ai paradisi per miliardari, come quello di Banana Island.
Gli ultimi due saggi di questa prima parte del volume forniscono le prime armi per combattere questi demoni. Secondo Miguel Martínez e Dominika Polanska, lo squatting (e il punk) non sono un ricordo degli anni 80 e 90: Squatting is not dead! (disponibile dal 3 giugno in esclusiva online su Dinamopress) e Di chi è la città? sono una rassegna della prolifica diversità degli squat a Madrid e in Svezia, e mostrano come l’occupazione di edifici per arginare l’emergenza abitativa e la mancanza di strutture per l’aggregazione sociale sia in continuo aumento.
La sezione SGUARDO INTERNAZIONALE costituisce un ulteriore arsenale per affrontare i nostri demoni urbani: il municipalismo, teoria e pratica della democrazia diretta nella sua forma più partecipativa. Cercando di superare una mancanza dell’editoria italiana, abbiamo tradotto due saggi inediti, contenuti in Ciutats Sense Por (‹Città senza paura›), testo capitale per il movimento municipalista contemporaneo. Il primo, Municipalismo radicale: il futuro che meritiamo, è stato scritto da Debbie Bookchin, giornalista e figlia di Murray, uno dei più prolifici anarchici postclassici e teorico del municipalismo. Il secondo intervento, Trasformare la paura in speranza, è firmato da Ada Colau, sindaca di Barcellona e leader di Barcelona en Comú. Vorremmo invitare le case editrici italiane a acquistare i diritti di traduzione di questo testo, pubblicato già in catalano, spagnolo, inglese e francese. Riteniamo che questo volume sia essenziale per la vita politica della nostra comunità: se questo appello non dovesse essere accolto, proveremo noi a tradurlo e pubblicarlo, estendendo la nostra azione dall’editoria periodica a quella libraria.
L’ultimo saggio di questa sezione, Municipalismo nero, è scritto da un collettivo di ricercatori e attivisti, il Symbiosis Research Collective, secondo il quale l’estrema destra sta provando a appropriarsi del municipalismo. Dobbiamo riflettere sui limiti e sui pericoli delle politiche locali per evitare che questo accada.
L’ultima sezione di menelique, ARTIVIST, indaga le mutazioni delle città contemporanee proponendo recensioni, racconti e interviste, a partire da quella di Giovanna Maroccolo, che dall’artista Simona Sala questa volta riesce a ottenere un’opera d’arte costituita dal calco dei suoi denti.
Anche in questo numero abbiamo provato a incarnare idee e demoni grazie al potente artificio retorico della narrativa: La Festa, di Marta Morotti, è un commiato alle periferie di Milano; Abitava a Santa Chiara, di Gianni Montieri, ci porta in una Napoli osservata dagli occhi di un vecchio scrittore; La resa, di Foodification Democracy è una brillante analisi di un quartiere ormai gentrificato, forse a Torino, forse altrove (audioracconto disponibile); Il tabarro del tempo, di Anna Toscano, fa parlare un antico edificio veneziano, Palazzo Fortuny. Infine Simone Marcelli, con Nei pressi del ponte di Étrembières sul fiume Arve, prosegue il suo viaggio in una distopia forse non così distante dal nostro presente.
Data la difficoltà di affrontare il tema delle trasformazioni delle città in sole 150 pagine, abbiamo deciso di pubblicare su menelique.com altri sei articoli (quattro contributi originali e due traduzioni): Quattro CSA a Monster City, di Robert González García; Torino capitale del food, di Foodification Democracy; Palermo al tappeto, di Federico Prestileo; Il Sahara urbano visto dal cielo, di Marion Broquère, Armelle Choplin e Simon Nancy (da Chimurenga Magazine); ONG: un problema con le persone nere, di Lydia Namubiru (da African Feminism); Amazonville, di Daniele Ferriero.
Turismo predatorio, archittetura ostile, gentrificazione, africapitalismo, municipalismo nero, sfratti, mercificazione del patrimonio culturale. È vero, questi demoni continuano a inseguirci, ma non sono invincibili. La copia di menelique che hai in mano vuole essere un primo, piccolo passo per invertire la rotta. Un giorno, forse, saremo noi a inseguirli, e la città muterà nella direzione che vogliamo noi.
Indice:
Editoriale: La città muta.
di Giovanni Tateo
Turismo esperienziale
di Sarah Gainsforth
Architettura ostile: Milano è smart o unpleasant?
di Giuseppe Luca Scaffidi 👉 Da giugno in esclusiva online su Pandora Rivista
Due gentrificazioni
di Opificio sociologico 👉 Da giugno in esclusiva online su L'Indiscreto
La festa
di Marta Morotti
Abitava a Santa Chiara
di Gianni Montieri
La cattedrale più alta del mondo
di Clara De Rosa
La Il capitale della cultura
di Leah Cheung 👉 Dal 29 maggio in esclusiva online su Il Manifesto
La resa
di Foodification Democracy 👉 Ascolta il PODCAST di questo racconto
Il tabarro del tempo
di Anna Toscano
Africapitalismo. Un demone dal volto umano.
di Temitope Fagunwa
Squatting is not dead!
di Miguel A. Martínez 👉 Dal 3 giugno in esclusiva online su Dinamopress
Di chi è la città?
di Dominika V. Polanska
Municipalismo radicale: il futuro che meritiamo.
di Debbie Bookchin
Trasformare la paura in speranza
di Ada Colau
Municipalismo nero
di Symbiosis Research Collective
Conversazione con Simona Sala
di Giovanna Maroccolo
Kulture Room
di Marianna Rossi Daniele Ferriero Marco Petrelli Danilo K. Kaddouri
Nei pressi del ponte di Étrembières sul fiume Arve
di Simone Marcelli
Indice (disponibili online su menelique.com):
Quattro CSA a Monster City
di Robert González García
Torino capitale del food
di Foodification Democracy
Palermo al tappeto
di Federico Prestileo
Il Sahara urbano visto dal cielo
di Marion Broquère Armelle Choplin Simon Nancy
ONG: un problema con le persone nere
di Lydia Namubiru
Amazonville
di Daniele Ferriero