NET07 DIASPORA, #5 / E12

Decolonizza questo!

Dobbiamo decolonizzare le rappresentazioni delle donne nere nei media occidentali.

Decolonizza questo!

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La sezione femminista di questo volume ci porta in Sudan. Amal Hassan Fadlalla racconta la storia di Alaa Salah, studentessa sudanese che nel 2019 partecipò alle proteste per far cadere il regime autoritario di Al-Bashir, ma che finì nella sezione moda del New York Times, dove venne presentata come una Nubian Queen, con tanto di commenti sul suo vestito e sui suoi orecchini. Un silenziamento che si manifesta nella forma dell’esotismo: dobbiamo decolonizzare le rappresentazioni delle donne nere nei media occidentali. 

Benedetta Pintus e Giusi Palomba partono assieme per un cammino parallelo che ha come scopo la riappropriazione dell’identità sarda e di quella meridionale. Entrambe sperimentano quel processo conosciuto negli studi diasporici come rememory. Sapendo che la memoria familiare e sociale della schiavitù nelle comunità afroamericane ha preparato una nuova stagione di coscienza politica e di lotte, Pintus scava nel passato delle ‹serve›, le donne sarde che partivano verso le grandi metropoli del nord Italia per lavorare al servizio dei Signori, mentre Palomba ricorda l’oppressione di sua nonna, costretta all’analfabetismo e allo sfruttamento della mezzadria. Benedetta infine ci mostra la sua terra, raccontando che cosa ha significato per lei, donna sarda, lasciare l’Isola per poi tornarci, e quale è la strada da seguire per accogliere Il ritorno delle Brùscias, donne definite streghe perché libere, scomode e custodi di poteri dimenticati. Invece Giusi, con Teniamo che fare, vorrebbe contribuire alla riscoperta di una centralità dei movimenti del Sud strappata dalle immagini di progresso e di socialità imposte dall’esterno che lo hanno reso una periferia. 

Sebijan Fejzula chiude la sezione femminista di questo numero affrontando un tema che la riguarda personalmente, e in La minaccia Romanipen denuncia la costruzione della razza dei popoli romaní come antitesi alla Modernità Bianca d’Europa e come ostacolo alla civilizzazione dei bianchi. 

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Diaspora, menelique magazine #5

La diaspora è un viaggio collettivo senza fine, che nasce da una mutilazione. Nel nostro caso, quella del futuro: le possibilità, il lavoro, i soldi. In altri casi, l’esilio, la persecuzione, la discriminazione, fino alla schiavitù. Ascoltare la dimensione diasporica che è in noi vuol dire abbandonare la propria individualità alla molteplicità dei luoghi e delle culture che ci hanno formato, consapevoli che non resteranno mai identiche a se stesse, se non nella nostra immaginazione. È questa la forza del pensiero diasporico: ti impone di riorganizzare le tue appartenenze culturali. Non chiede di rinunciare alle identità collettive, ma obbliga a spogliarle da quell’aura sacrale che le rende immutabili.

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Indice:

Editoriale
di Giovanni Tateo
Il pensiero diasporico
di Ipek Demir
Geary Boulevard
di Robin Wilson-Beattie
Tatuaggi Chicani
di Alessandra Castellani
Diaspore digitali
di Andoni Alonso
Dentro la Jugosfera
di Alessia Gasparini
Diaspore Abbaglianti (fiction)
di Anastasia Christou
Esercizi (fiction)
di Simone Marcelli Pitzalis
Diaspora in numeri (infografiche)
Player2: gaming e diaspora
di Matteo Lupetti
L’Isola virtuale (fiction)
di Basma Abdel Aziz
Solo per una notte (fiction)
di Nosa Odiase
Decolonizza questo!
di Amal Hassan Fadlalla
Il ritorno delle Brùscias
di Benedetta Pintus
Teniamo che fare
di Giusi Palomba
La minaccia Romanipen
di Sebijan Fejzula
Il nostro lavoro è ovunque (OWIE)
di Syan Rose
Sandra Monterroso
di Giovanna Maroccolo
Kulture Room
di Daniele Ferriero
Marco Petrelli
Danilo K. Kaddouri
Marcello Torre

Indice Episodi online (su menelique.com):

Lavattivismo e diaspora Kurda
di Bahar Baser
 Hong Kong Tattoos
di Beverly Yuen Thompson

Queer Diaspora in Lockdown
di Cindy Patton
Cittadinanze transnazionali
di Aneesh Aneesh
Perché parlare di diaspora?
di Claudia Minchilli

Immagini di: